Nel 2009 mi dicevo precoccupata per il punteggio dell’Italia nell’Indice di percezione della corruzione, che si calcola sulla base di quanto vengono percepiti corrotti i politici e quelli che si occupano di Pubblica amministrazione. AL tempo l’Italia si attestava al 63° posto fra 180 paesi.
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Un caso di libertà di stampa e di religione scoppiato inizialmente fra una blogger (dicono in cerca di notorietà e forse di una poltrona al Congresso – Grillo docet) e The New York Times, che poi ha coinvolto l’Autorità dei Trasporti pubblici di Manhattan e i giudici e si è allargato alle minoranze religiose americane. Una polemica virale diventata caso nazionale.
Gli antefatti. Lo scorso marzo The New York Times ha pubblicato uno spazio pubblicitario comprato dal gruppo ateista Freedom From Religion Foundation (Fondazione per la Libertà dalla Religione). Il titolo: E’ tempo di considerare di lasciare la Chiesa cattolica“. Che poi è stato ripubblicato dallo Washington Post, senza adolcire il titolo, come: “E’ tempo di lasciare la Chiesa cattolica“.
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Nel settore editoria due novità. La prima carina, la seconda uno scandalo tutto italiano.
Avevo già parlato dello yoga e il copyright. L’India voleva mettere il copyright sugli Asana perché un certo numero di paesi occidentali ha già reclamato la paternità di circa 250 di essi. Col risultato che le spa e i centri di fiteness e benessere, ma anche le palestre e le scuole di yoga, per farle praticare devono pagare. L’ufficio del copyright statunitense ha decretato però che gli asana, cioè le posture dello hatha yoga, quello che ora si fa anche in palestra e che consta di un insieme di posizioni tenute per un certo lasso di tempo e di 3 stadi di meditazione, non possono essere coperte da copyright. Gli indiani ne avevano reclamato l’uso proprietario. Ma forse dopo oltre 5000 anni una pratica così diffusa si può a buona ragione considerare patrimonio dell’umanità!
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I file della Siria gettano luce sui lavori interni del governo e dell’economia siriani, ma rivelano anche che l’Occidente e le aziende occidentali dicono una cosa e ne fanno un’altra. (Wikileaks, Syria Files)
Lo scorso giovedì 5 luglio Wikileaks ha cominciato a pubblicare i Syria Files, oltre due milioni di email di personaggi pubblici, ministri e aziende collegate, datati agosto 2006 – marzo 2012.
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Con me la signora Sara Turetta di Save the Dogs, ex pubblicitaria milanese, è stata un po’ – diciamo – scontrosa, non si è mai degnata neanche di rispondermi quando le ho chiesto su Skype un’intervista per due articoli per Il Fatto Quotidiano sulle stragi di cani in Romania, però il presidente Napolitano premiandola con il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia ha riconosciuto l’importanza del suo impegno in favore dei nostri fratelli animali.
Ne sono felicissima, quindi, e mi congratulo con lei!
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Il nuovo presidente eletto Mohammed Mursi ha sottolineato il suo entusiasmo per l’ulteriore espansione dei legami con l’Iran e ha detto che le relazioni fra Tehran e il Cairo creeranno un bilanciamento strategico nella regione. (Fars News Agency) (grassetto aggiunto)
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I quotidiani cartacei stanno male, molto male. Secondo l’ADS sono sempre meno i cittadini che si rivolgono alla carta stampata invece che al Web. La diffusione e la vendita effettiva dei quotidiani italiani tocca i minimi assoluti di molti anni.
I dati completi da Wall Street Italia. In Italia i giornali che superano il tetto delle 100.000 copie sono solo sei:
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E’ stato appena pubblicato il volume collettaneo Gender, Social Change and the Media, che tratta argomenti ancora non investigati relativi alle sfide che le donne stanno affrontando in Nepal seguito agli enormi e rapidissimi cambiamenti che stanno avvenendo in seguito alla Rivoluzione del 2006 e la caduta del regime autoritario.
Johannes Dragsbæk Schmidt and Torsten Rødel Berg (eds.), Gender, Social Change and the Media, Aalborg/Delhi: Rawat Publications, 2012. Pp. 240. ISBN 978-81-316-0513-4. Rs. 695 / US$ 45 (hardback).
L’articolo di Enrica Garzilli si intitola “The Interplay between Gender, Religion and Politics, and the New Violence against Women in Nepal”, cioè “L’interazione fra genere, religione a politica e la nuova violenza contro le donne in Nepal”.
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Come sapete, il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso verrà in Europa a impartire gli insegnamenti (solo religiosi, dato che ha rinunciato al potere politico e rappresenta solo formalmente il popolo tibetano in esilio).
Il 16 al 26 maggio sarà possibile partecipare e ascoltare in webcast dal vivo i suoi insegnamenti, le conferenze e le tavole rotonde in Slovenia, Austria e Italia. Qui trovate tutti gli indirizzi dei siti.
Un po’ di spiritualità non fa male. Oltre tutto, parlerà anche della felicità, un tema che gli sta molto a cuore, anzi, che sta a cuore a tutti noi, credo. Come sapete, il buddhismo parte dall’assioma innegabile che la vita è dolore–la malattia, la vecchiaia, la morte, l’abbandono, l’unione con quello che non ci piace e il distacco da ciò che ci piace, tutto porta dolore.
Ecco, Buddha ha insegnato il modo per superarlo.
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E poi si dice che l’Africa sia indietro a livello tecnologico. Sono di oggi due notizie sul Kenya, che ha il secondo numero di utenti Twitter di tutto il continente. In qualche città come Lanet (alla periferia di Nakuru, una delle capitali di provincia) il funzionario di polizia Francis Kariuki usa Twitter per informare in tempo reale 28.000 cittadini.
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