Lasciate in pace Abbottabad, Osama e Obama.
Le rivolte tibetane o in Cina riprese con i cellulari. Il blitz segretissimo contro Osama bin Laden messo su Twitter in tempo reale. Non c’è più un angolo del mondo segreto e al riparo da occhi e orecchie indiscreti.
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La grande notizia in apertura al TG delle 7: in Pakistan è stato ucciso Osama Bin Laden, pare con un colpo alla testa. Hanno mostrato la gente in giubilo in USA e poi il volto del terrorista.
Sono rimasta disgustata non solo perché mi sembrava sinceramente un volto sfigurato, diciamo meglio torturato, ma anche perché festeggiare la caccia e l’uccisione di un uomo mi sembra un grande segno di inciviltà.
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Wikileaks dal 24 aprile ha cominciato a rilasciare documenti sui prigionieri del carcere di Guantanamo Bay, quello che Obama nel 2009 aveva detto di voler chiudere entro l’anno.
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Ho già scritto sul Sudan, un paese che seguo da sempre – e non solo per la questione del Darfur, ma per le conseguenze della colonizzazione anglo-egiziana e, più in genere, musulmana.
Le proteste antigovernative continuano e il paese si sta preparando a una massa di manifestanti che si organizzano
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Come dicevo prima, il pericolo che dietro a questi moti sommosse e mezze rivoluzioni di alcuni paesi arabi si celino i movimenti fondamentalisti islamici è molto reale.
E’ vero, nessuno ha mai visto rivendicazioni, simboli, bandiere o scritte dei vari gruppi, ma è assai probabile che stiano a guardare dietro le quinte per occupare spazi reali, personali, amministrativi e politici al momento della riorganizzazione dei paesi – perché è ovvio che questa riorganizzazione ci sarà, dopo il caos inevitabile e forse, in Libia, la rivoluzione. E’ lì che fanno adepti, nel caos, nell’insicurezza, nel vuoto di potere. Sono gruppi coesi e organizzati e agiscono anche a livello locale, non solo regionale, e personale, fra la gente, non solo in Pakistan e Afghanistan. Offrono lavoro, scuole, fratellanza, aiuti, appoggio sociale.
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A gennaio in Bangladesh una ragazza minorenne è stata violentata da un vicino. Come conseguenza è stata emessa una fatwa contro di lei, cioè un decreto legale emanato da un religioso esperto di diritto islamico – uno di quelli che ha condannato a morte la scrittrice Taslima Nasrin, per intenderci -, e per punizione le sono state assegnate 100 frustate. Mi direte, perché punirla? Perché ha avuto un rapporto sessuale fuori del matrimonio, che diamine.
La ragazza dopo 80 frustate però è svenuta. E’ stata portata in ospedale e il giorno dopo è morta.
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Lo vuole morto, e senza scherzi, un famoso opinionista del Washington Times, Jeffrey T. Kuhner, che ha intitolato il suo pezzo “Uccidete Assange“. E lo definisce così:
Il Sig Assange è un estremista anti-americano che vuole vedere gli Stati Uniti vinti dai suoi nemici fascisti islamici.
Pensavo che il termine “fascista” non si usasse neanche più!
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Questi giorni leggo poco i quotidiani, lavoro molto e la sera sono stanca morta, anche perché la sorellina grande mi dà molto da fare. La notte, lupa com’è, sta sveglia e va su e giù per casa. Ogni tanto però scivola e, dopo vari tentativi di rialzarsi, si arrabbia e mi reclama a gran voce.
Seguo sempre, però, la situazione sul Pakistan e l’Afghanistan. Ho appena letto sullo Washington Post che nell’area di Kandahar, in Afghanistan, 12.000 soldati americani hanno conquistato importanti posizioni tenute dai talebani (non certo con serene discussioni).
Gli obbiettivi della Coalizione sono alti: tenere le posizioni in città e nella provincia di Helmand e rendere sicura l’autostrada che collega le due aree. L’ultimo obbiettivo è forse il più importante, senza il quale neanche tutti gli eserciti del mondo non possono avere una vittoria duratura: dare finalmente inizio ai progetti contro la corruzione e per lo sviluppo, per tirare dalla propria parte una popolazione diffidente e stremata da quelli che, di fatto, sono 9 anni di guerra, affrontata quando erano ancora aperte le ferite della guerra civile contro i sovietici.
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Ieri ho incontrato dopo anni una mia amica di Roma. Fa la maestra in una scuola elementare dell’hinterland milanese, è dirigente (una volta si chiamava direttore) e molto impegnata in tutte le attività legate al mondo della scuola: mostre, inviti, gite educative e così via.
Mi ha detto che giorni fa hanno ricevuto una circolare ministeriale in cui si diceva che in questo anno scolastico, a differenza degli altri anni, non avrebbero potuto accantonare i soldi che risparmiavano sulle attività del doposcuola per destinarli alle attività dell’anno prossimo, ma li avrebbero dovuti “restituire al Ministero della Difesa“.
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Quando anche la scuola è una cosa seria. Infatti in Texas i conservatori domani voteranno per sottoscrivere un documento da mandare al Texas Board of Education, l’organismo che si occupa della qualità dell’istruzione di base.
Dicono che i libri di storia del sesto grado (per i bambini di 9-10 anni) presentano una versione dei fatti pro Islam e anticristiana, e che devono quindi essere riformati.
La stessa cosa è successa qualche anno fa in California con un gruppo di induisti conservatori, che volevano riformare i passaggi dei libri di testo
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