Vi ricordate della scuola e l’università di Shantiniketan vicino Calcutta del Nobel Tagore, di cui ha parlato anche Amartya Sen – e di Tucci che nel 1925-26 ha insegnato nella sua università, Vishvabharati? La famosa istituzione si è resa protagonista di una vicenda che ha sollevato le proteste dei gruppi di diritti umani e da mesi sta schierando i politici, a cominciare dal Primo ministro dell’India Manmohan Singh, attori e religiosi. Con tanto di causa legale.
Per molti è stato un guru, per tutti un ispiratore, un comunicatore e un innovatore geniale. Maestro di stile e seguace sui generis dello Zen, non molti sanno che il padre biologico era un arabo siriano multimilionario trapiantato negli Stati Uniti.
Steve Jobs, il geniale creatore di Apple e trasformatore di Pixar, ieri ha annunciato ufficialmente le sue dimissioni da CEO dell’azienda. Niente da dire, Steve ha rivoluzionato il nostro modo di concepire un computer e la nostra cultura – e quindi ha rivoluzionato il nostro modo di vivere.
Ecco le cinque frasi migliori di Steve Jobs. La prima è sullo stile. E’ universale ed è stata già detta, con qualche lieve modifica, dai grandi maestri di arte Zen – fra le più belle materie che abbia mai studiato.
Francamente io questo guru non lo conosco. Qualche anno fa invece ho conosciuto in aereo una donna, una casalinga italiana di una certa età, una signora molto
Guru e pandit al settimo cielo. L’India si sta svegliando, con l’aumentato benessere sta definitivamente riscoprendo le sue radici culturali – perché a pancia vuota non si ragiona – e la sua identità più profonda. E vuole farle conoscere al mondo.
Se avete in mente un viaggio in India, dal 7 all’11 gennaio 2011 si terrà a Bangalore, splendida e moderna città del Karnataka, nella regione centro meridionale del paese, la prima fiera internazionale dei libri di sanscrito, una specie di Salone del libro dedicato al sanscrito come lingua e come medium: letteratura, matematica, astronomia, storia, ecc. e, ovviamente, lo studio della lingua e della linguistica.
Dopo il fumetto, il 5 novembre in Sudafrica uscirà sul creatore di Facebook il film “The Social Network”, diretto da David Fincher (quello di Seven e Fight Club, per intenderci).
Ovviamente è già uscito il trailer ufficiale – e anche la parodia del trailer, che vedete qui. Per fortuna c’è chi ancora non prende questi tecnoguru maledettamente sul serio.
Un’azienda canadese specializzata in libri comici, romanzi a fumetti e multimedia sta realizzando un racconto a puntate in 48 pagine sulla vera storia di Mark Zuckerberg, il creatore di Facebook.
Ieri Terry Jones ha rinunciato a dar fuoco al Corano. Un piccolo gruppo di fondamentalisti cristiani invece ha strappato sei pagine del libro sacro davanti alla Casa Bianca per protestare contro la “farsa dell’Islam“.
In questa guerra fra culture, dove la religione ha assunto una valenza principalmente o solo politica, voglio proporre le poche e incisive parole del grande riformatore ed esponente del Rinascimento bengalese Swami Vivekananda (1863-1902), il guru che ha riproposto l’induismo in USA e Europa e ha fondato la Ramakrishna Mission.
Tutte le prime pagine dei giornali, incluso il Corriere della Sera e La Repubblica, portano come notizia del giorno che è stato arrestato Danilo Speranza, un finto guru a capo della comunità “Re Maya” accusato di aver violentato madri e figlie e di essersi fatto intestare negozi con l’inganno. Un millantatore presunto criminale, un imbroglione della peggiore risma che, se riconosciuto colpevole, spero passi il resto dei suoi giorni in galera con una banda di incalliti criminali gay (ci saranno, no?).
La notizia secondo me non si merita gli onori della prima pagina, l’Italia è piena di truffaldini di ogni tipo e di ogni risma. La notizia vera è che ancora non siede in Parlamento e nessun partito gli ha ancora proposto una candidatura.
Stamattina ho visto in televisione – uno dei canali Mediaset – Donatella Papi, la neo moglie di Angelo Izzo, il violentatore e omicida del Circeo e non solo, che ha dichiarato che una certa parte politica è ipocrita perché ha dato importanza solo alle donne vittime mentre come lui ce ne sono altri, quella stessa parte politica che fa processi in tv e che accusa chi governa.