Ho vissuto, studiato e lavorato diversi anni a Cambridge, prima fissa e poi per molti anni durante i mesi estivi. Per arrotondare il mio stipendio di docente a Harvard (comunque neanche lontanamente paragonabile, in meglio ovviamente, agli stipendi delle università italiane!), per permettermi piccoli sfizi come le vacanze nella mia amata Martha’s Vineyard – e soprattutto per imparare qualcosa della vita americana vera, visto che Harvard e il suo entourage sono una turris eburnea in tutti i sensi, ho fatto delle supplenze nel liceo pubblico Cambridge Rindge and Latin School. Quello frequentato da Dzhokhar Tsarnaev per intenderci, uno dei sospetti delle stragi di Boston.
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Il giornale The Tab, della serissima università di Cambridge, sì che ha visite. Appena aperto, ben 80.000 solo nella prima settimana di vita. Il motivo è semplice: ha una sezione, chiamata Tab Totty cioè “Le bone del Tab”, in cui intervistano una studentessa in foto provocanti.
La ragazza della settimana della foto sopra si chiama Heidi e parla dell’atteggiamento sessista che ancora circola nell’università.
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Domani, giovedì 24 settembre, Prabhakar Raghavan, Head of Yahoo! Labs, il dipartimento di Yahoo! dedicato alla ricerca scientifica e tecnologica applicata a Internet, sarà insignito della laurea honoris causa dal Corso di Studio in Scienze Tecnologiche Informatiche dell’Università di Bologna, sede di Cesena.
Se siete da quelle parti andate a sentire la sua lectio magistralis. Io francamente ci andrei, so già che sarebbe tempo ben speso perché uscirei con delle idee, dei dubbi, delle domande, a parte il piacere che avrei di salutarlo.
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Dopo l’iniziativa di Harvard, anche l’università di Cambridge mette gratuitamente online l’enorme mole degli appunti di Darwin, lo scienziato evoluzionista, con le immagini originali e gli schizzi.
E’ tutto qui. Prima erano consultabili solo dagli studiosi. Il problema era infatti che il materiale cartaceo si deteriora: ma scannerizzato si può conservare per sempre.
A lato una bella foto di Darwin (c. 1873), seduto nella seggiolina di vimini del suo giardino d’inverno, fra un esperimento e l’altro, mentre si trastulla al computer.