Ultimo weekend per il Festival di Cannes in mezzo alle polemiche e le proteste. La civile Francia, la Francia liberale patria di molti rifugiati politici nostrani, la Francia multietnica e dall’antica democrazia non vuole ammettere che la colonizzazione francese in Africa è stata una delle più brutali del mondo.
Circa mille persone hanno protestato per il film Hors-la-loi, del regista algerino nato in Francia Rachid Bouchareb. Racconta gli anni dell’occupazione francese dell’Algeria attraverso gli occhi di tre fratelli, separati a causa della guerra, che si incontrano di nuovo a Parigi.
Il film ricostruisce il massacro del 1945 di algerini da parte dei colonizzatori francesi, quando una sfilata da parte dei musulmani di Sétif per celebrare la vittoria contro il nazifascismo finì in uno scontro sanguinoso con le truppe francesi. Anche i cosiddetti pied-noir, cioè i francesi residenti in Algeria o nati lì, furono attaccati. Morirono 103 europei e circa 100 furono feriti, vi furono stupri e mutilazioni e cominciò una serie di violenze. I francesi compirono delle sanguinose rappresaglie anche con l’appoggio delle loro truppe senegalesi, bombardando i paesi più sperduti e compiendo esecuzioni sommarie, linciaggio di prigionieri e uccisioni a vista dei coloni che non indossavano delle fasce bianche, come aveva ordinato l’esercito. Le cifre ufficiali francesi parlano di 1020 vittime algerine, quasi tutti civili che non avevano partecipato alle lotte. Radio Cairo parlò al tempo di 45.000 morti. La stima degli storici parla, per amore di equità, di 6000 morti.
Il governo francese accusa Bouchareb di aver tralasciato le violenze subite dai francesi, voci parlano anche di pressioni sugli organizzatori affinchè il film non venisse proiettato. E ieri sera in televisione faceva molta impressione vedere sulla passerella di Cannes diversi attori algerini, con le mogli vestite alla musulmana moderata, danzare alla maniera tradizionale sulla passerella rossa. Un’affermazione gioisa di identità che solo quelli a cui viene negata possono capire, e che in piccolissimo io ho vissuto appena arrivata in Italia e catapultata a Milano.
Sul colonialismo e i processi di decolonizzazione in Asia e in Africa, ma specialmente nell’ultimo continente, consiglio la lettura di Processi di decolonizzazione in Asia e Africa, di Valeria Fiorani Piacentini (ISU Università Cattolica, 2000). E’ veramente un bel libro e mi ha aperto un mondo, offrendo una visione globale e un’eziologia precisa ai mali che ci affliggono oggi, in primis il terrorismo.
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