In Russia la Bhagavadgita, il testo sacro degli induisti, quello che Gandhi portava sempre con sé, rischia di essere messa fra i libri proibiti come letteratura "estremista", insieme al Mein Kampf di Hitler, per intenderci. Nella città di Tomsk, in Siberia, una corte ha stabilito che il sacro testo insulterebbe i non credenti.
E questo dopo la visita ufficiale del 15-17 dicembre del primo ministro indiano Manmohan Singh al presidente russo Dmitry Medvedev per consolidare i commerci bilaterali e le alleanze strategiche. E l’amicizia personale. Da notare che Russia, allora Unione Sovietica, e India, sono stati sempre ottimi amici.
Dal che si deduce che o le corti di giustizia russe sono davvero così libere politicamente, cosa che mi fa amare all’istante e spassionatamente la Russia (dopo l’esperienza italiana), o la gente di tutto il mondo sta impazzendo (come ogni tanto ho l’impressione che sia).