Godetevi questo video di Salwa al Mutair. Perché è inutile dire quanto mi abbia divertito la notizia. Ho pensato: di politici imbecilli è pieno il mondo, non è che li abbiamo radunati tutti in Italia, eh.
Salwa al Mutair (in foto), una politica ed ex parlamentare del Kuwait, ha avuto un’idea brillantissima: ha proposto che le donne fatte prigioniere in paesi distrutti dalla guerra vengano comprate dal Kuwait e fatte schiave legalmente. Secondo Salwa ci sarebbe un doppio beneficio, per gli uomini del Kuwait e per le donne: proteggerebbe i primi dall’adulterio, non si sa poi perché, e garantirebbe “una vita migliore” alle donne, che non morirebbero di fame. Insomma, si salvaguarda la religione e si aiuta l’economia, sarebbe una vera e propria azione morale ed umanitaria.
La cara Salwa asserisce che comprare una schiava per fare sesso impedirebbe a tanti “devoti, decenti e virili” uomini del suo paese di sedotti da altre donne – non si sa poi perché. Inoltre, secondo lei, la legge islamica, la Sharia, dice che comprare delle schiave sessuali non è proibito. Questa bella pensata è stata fatta da Salwa per proteggere gli uomini da relazioni sessuali proibite, cioè con donne single o, peggio ancora, sposate. E come abbiamo visto sarebbe di grande aiuto anche per le donne.
Due belle ciliegine sulla torta: Salwa cita a supporto della sua proposta il leader musulmano Haroun al-Rashid, del IX sec. d.C., che si dice avesse circa 2000 amanti. Dice anche che durante la guerra fra Cecenia e Russia certamente sono state fatte delle schiave e propone che il Kuwait vada semplicemente lì a comprarle. Semplice, no?
Morale della favola: quando ci lamentiamo di una Santanchè, per dirne una, consoliamoci: c’è di peggio.