L’India “spera che gli attacchi aerei non portino un danno ancora maggiore ai civili innocenti, agli stranieri e alle missioni diplomatiche e il loro personale ancora in Libia” (Headlines India).
Mi pare che l’India sia una dei pochi stati che si è preoccupato della gente, del popolo che sta lì: cioè di quelli che soffriranno di più. Dei civili. Delle donne, dei bambini, dei vecchi, degli impediti e dei minori a vario livello. Degli animali. Perché le casualties sono loro, e ce ne sono sempre tante, casuali o meno, in ogni guerra.
L’India, insieme alla Cina e alla Russia, non è d’accordo con quello che sta succedendo in Libia. E l’Italia bisogna che ci pensi un po’ su, per ragioni etiche, e considerando anche che queste sono tre superpotenze dotate di nucleare. Forti economicamente, forti militarmente, forti a livello di politica internazionale.
Prima il baciamano le 500 odalische vergini e la tenda da circo; ora immediatamente l’allineamento con Francia, Gran Bretagna e USA. Mi sembra che l’Italia pecchi un pochino di servilismo. Ma conviene, oltre tutto?