Ieri pomeriggio sul primo canale TV ho visto Bruno Vespa piangere alla vista della sua città natale, L’Aquila, ancora da ricostruire, e del suo amico di infanzia di sempre. Un tremolio del mento, gli occhi che si sono arrossati, grande dignità. Era commovente, era vero, mi è piaciuto.
E poi hanno fatto vedere Letizia Moratti che declama una poesia in italiano, Cet amour di Jacques Prévert.
Bizzarro, faceva del suo meglio ma era rigida come avesse ingoiato una baionetta, era ingessata come un’istitutrice svizzera. Una lettura così intensa, così sentia, così vera, che la signora Moratti sembrava leggesse il discorso d’apertura per l’anno accademico.
Oltre tutto la traduzione era pessima. Ma dico, una traduzione un po’ migliore non potevano sceglierla?