Dicono che non ci sono soldi e quindi il vertice FAO sarebbero solo parole.
Forse i capoccioni lì non sanno che in India avvengono 17.000 suicidi l’anno di agricoltori, che si tolgono di mezzo per disperazione, per i debiti contratti grazie alla sempre promessa e sempre mancata politica di riforma agraria.
Le riforme epocali, sostanzialmente neoliberiste, attuate dagli inizi del 1990 – in soldoni, l’India si è aperta al capitalismo – non hanno toccato la principale fonte di occupazione del paese (circa il 60% della popolazione attiva), che è l’agricoltura. Anzi, ne hanno peggiorato le condizioni.
La crescita della shining India c’è stata, eccome, attestata circa al 6% annuo, una percentuale che nell’ultimo decennio è salita all’8%, mentre per il quinquennio 2007-2012 si prevede intorno al 10%.
Ma non ha toccato le classi rurali, ha fatto avanzare in modo significativo solo dei settori della popolazione, che rappresentano la minoranza. I settori, per intenderci, dei servizi, specie in campo software, che sono una facile merce di scambio sul mercato internazionale. Non ha toccato i settori dell’economia orientati alla produzione dei beni.
C’è tutta una vasta letteratura sull’argomento, letteratura mai sconfessata dai fautori del capitalismo forzato e della globalizzazione, e soprattutto ci sono i suicidi che parlano: ma chi decide le sorti del mondo che fa, si volta dall’altra parte?
Questo è il vertice FAO raccontato dal presidente del World Food Programme.