In Indonesia migliaia di persone hanno dimostrato contro l’arresto, avvenuto giovedì, di due commissari della Comissione per lo sradicamento della corruzione – perché in Asia si ammette e si cerca di combattere, da noi no perché non esiste – e perché il presidente Susilo Bambang Yudhoyono prenda delle posizioni a sostegno della battaglia popolare.
La cosa speciale è che questa volta i dimostranti hanno protestato non sulle strade, ma con un gruppo su Facebook nel quale quasi ogni secondo qualcuno posta un commento.
Il gruppo è stato lanciato da Usman Yasin solo venerdì scorso e conta già 950.000 persone. Ovviamente, il presidente ha dovuto affrontare il problema e ha nominato una commissione ad hoc.
Il presidente di Transparency International in Indonesia ha dichiarato che con le nuove tecnologie è facile condividere lo scontento con il presidente: “just update your status!”
Sarebbe stato impensabile fino a qualche anno organizzare o ottenere qualcosa a livello politico, o semplicemente far sentire la propria voce, con un mezzo quasi alla portata di tutti, così economico e veloce come Facebook o un qualsiasi social network. Talvolta (come quando ammiro la lavatrice che gira), anzi spesso, penso che la tecnologia sia uno dei grandi doni dell’umanità.