Del film Slumdog Millionaire, diretto da Danny Boyle, ho già parlato il 26 dicembre scorso. Che abbia vinto l’Oscar mi fa molto piacere, se lo merita. Uno esce dal cinema e si sente meglio. La morale è: ci sono problemi nella vita, anche grossi, ma pur nelle difficoltà c’è sempre la speranza. E i sogni positivi non si abbandonano mai, si inseguono e si lavora per realizzarli.
E’ un film per l’era di Obama, della serie rimbocchiamoci le maniche per costruire le cose buone. Come dicono in USA, money well spent. E in India la vittoria ha fatto gonfiare il petto di orgoglio ai nazionalisti induisti, con commenti nelle mailing list e nelle newsgroup, anche se i protagonisti sono musulmani. Giustamente, dicono che la vittoria è un vittoria per tutta l’India.
Dicevo nella mia recensione che la scena più carina è quella finale, quando tutti ballano lungo i binari del treno secondo lo stile dei film di Bollywood. Jai Ho, la canzone finale, che profeticamente significa “che venga la vittoria!”, composta da A. R. Rahman e cantata da Sukhwinder Singh (in foto), è diventata popolarissima in India e ha vinto tre Oscar.
E perché? Secondo Sukhwinder, è ovvio che abbia vinto perché Jai Ho non è una canzone ma una preghiera a Shiva. E Shiva, tramite la vittoria, gli ha mostrato il suo amore. E la sua associazione con l’autore, Rahman? Era destino. Più indiano di così!
E questa è la canzone con la scena finale. In effetti ti entra in testa e non esce più.